ARTE e CULTURA dell'IO

 

 

Die Lieb ist frei gegeben,

Und keine Trennung mehr.

Es wogt das volle Leben

Wie ein unendlich Meer.

Nur Eine Nacht der Wonne

Ein ewiges Gedicht -

Und unser aller Sonne

Ist Gottes Angesicht.

Novalis, Hymnen an die Nacht V

 

L'Amore è dato liberamente,

E non c'è più separazione.

Nella sua pienezza la vita fluttua palpitante

Come un mare infinito.

Una sola notte di gioia -

Una poesia eterna -

E allora il sole di noi tutti

È il volto di Dio.

 

Accettami così come mi dono, Hölderlin, Iperione 

 

SIZIGIA

quattro movimenti 

Altair, Ciparisso, Ore, Siloe  

In quattro movimenti (tra combustioni, dissoluzioni, coagulazioni e sublimazioni), le parole plasmano, ritmano e sostanziano la mia solare sizigia: l'Io-Cristo.

Prefazione di Salvatore Lavecchia 

"...Di questa Sophia, Cristica perché sommamente umana – e dunque sommamente drammatica –, Irene Melito osa voler rendere icona le proprie parole, lungo tutto il solare percorso dei quattro movimenti di Sizigia. Icona gentile, onesta, umile, e per questo feconda per chiunque voglia percepirla con la medesima, gentile ed onesta trasparenza mediante la quale l’io fenomenico incontra le percezioni sensibili, se lasciato libero nella spontaneità del suo poter manifestare Libertà ed Amore. Umile icona del Cristo, parola viva / che sboccia fra le rose, e dunque Eterna Aurora di Vita. Eterna come ogni gesto che, anche nel quotidiano più faticoso e doloroso, soavemente ricco di Grazia, incarni il sofianico motto “Amare e Servire”.

 

CHALIL 

Chalil, il flauto (minore) ebraico. La luce (or) e il silenzio (demamah) sono i movimenti cui attingo parole da far risalire in superficie, dove cristallizzano e muoiono, liberando voci, suoni, visioni.

 

 

 

Partiamo dal presupposto che recensire un libro come “Il profumo dei tulipani” di Irene Melito è tutt’altro che un’operazione facile e immediata. In appena 184 pagine l’autrice dischiude un mondo intero. 

Non è un romanzo semplice questo di Irene Melito. Di sicuro non un romanzo leggero, per tutti. È innegabile che alcuni passaggi possano risultare ostici a chi non mastica di filosofia. Per assaporarne nell’interezza la portata letteraria è necessaria, a mio parere, una conoscenza anche di base dei concetti espressi. La dimostrazione dell’esistenza di Dio, attraverso il pensiero razionale, lo studio dei fenomeni naturali; o il funzionamento del corpo umano e l’impronta degli studi di medicina su ciò che può determinare la guarigione da una malattia; il progresso della scienza; i processi alchemici tra materiale e immateriale. Nelle varie discussioni che i personaggi del romanzo affrontano, questi argomenti sono sviscerati uno per uno con grande sapienza e maestria dall’autrice che dimostra una conoscenza approfondita del periodo, forse tra i più controversi e contradditori in questo ambito. (Roberto Orsi)

 

È un libro denso che coinvolge tutti i sensi. La descrizione della città di Amsterdam del Seicento è molto sensoriale e fisica. Vediamo il groviglio puzzolente di viuzze e canali, l’odore del legno marcio, della salsedine, delle acque di scolo e di sentina. Percepiamo l’odore di urina, muffa, catrame, cordame. Ne sentiamo il freddo e il conforto della taverna nella quale Art va a discutere con i suoi maestri.
Il profumo dei tulipani di Irene Melito è come una visita in una pinacoteca e si possono intravedere i suoi personaggi in uno dei tanti ritratti di Frans Hals, nella Lezione di anatomia del dottor Tulp di Rembrandt, ne La lattaia di Jan Vermeer. (Paolo Perlini)

  


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