ARTE e CULTURA dell'IO

 

 

Die Lieb ist frei gegeben,

Und keine Trennung mehr.

Es wogt das volle Leben

Wie ein unendlich Meer.

Nur Eine Nacht der Wonne

Ein ewiges Gedicht -

Und unser aller Sonne

Ist Gottes Angesicht.

Novalis, Hymnen an die Nacht V

 

L'Amore è dato liberamente,

E non c'è più separazione.

Nella sua pienezza la vita fluttua palpitante

Come un mare infinito.

Una sola notte di gioia -

Una poesia eterna -

E allora il sole di noi tutti

È il volto di Dio.

 

 

 

Accettami così come mi dono, Hölderlin, Iperione 

 

 

SIZIGIA

quattro movimenti 

Altair, Ciparisso, Ore, Siloe  

In quattro movimenti (tra combustioni, dissoluzioni, coagulazioni e sublimazioni), le parole plasmano, ritmano e sostanziano la mia solare sizigia: l'Io-Cristo.

Prefazione di Salvatore Lavecchia

 

Senza titolo (Orfeo ed Euridice)

 

CHALIL 

Chalil, il flauto (minore) ebraico. La luce (or) e il silenzio (demamah) sono i movimenti cui attingo parole da far risalire in superficie, dove cristallizzano e muoiono, liberando voci, suoni, visioni.

 

 

 

Partiamo dal presupposto che recensire un libro come “Il profumo dei tulipani” di Irene Melito è tutt’altro che un’operazione facile e immediata. In appena 184 pagine l’autrice dischiude un mondo intero. 

Non è un romanzo semplice questo di Irene Melito. Di sicuro non un romanzo leggero, per tutti. È innegabile che alcuni passaggi possano risultare ostici a chi non mastica di filosofia. Per assaporarne nell’interezza la portata letteraria è necessaria, a mio parere, una conoscenza anche di base dei concetti espressi. La dimostrazione dell’esistenza di Dio, attraverso il pensiero razionale, lo studio dei fenomeni naturali; o il funzionamento del corpo umano e l’impronta degli studi di medicina su ciò che può determinare la guarigione da una malattia; il progresso della scienza; i processi alchemici tra materiale e immateriale. Nelle varie discussioni che i personaggi del romanzo affrontano, questi argomenti sono sviscerati uno per uno con grande sapienza e maestria dall’autrice che dimostra una conoscenza approfondita del periodo, forse tra i più controversi e contradditori in questo ambito. (Roberto Orsi)

 

È un libro denso che coinvolge tutti i sensi. La descrizione della città di Amsterdam del Seicento è molto sensoriale e fisica. Vediamo il groviglio puzzolente di viuzze e canali, l’odore del legno marcio, della salsedine, delle acque di scolo e di sentina. Percepiamo l’odore di urina, muffa, catrame, cordame. Ne sentiamo il freddo e il conforto della taverna nella quale Art va a discutere con i suoi maestri.
Il profumo dei tulipani di Irene Melito è come una visita in una pinacoteca e si possono intravedere i suoi personaggi in uno dei tanti ritratti di Frans Hals, nella Lezione di anatomia del dottor Tulp di Rembrandt, ne La lattaia di Jan Vermeer. (Paolo Perlini)

  


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